venerdì 5 novembre 2010

Rodano (Idv): "Il piano sanitario punisce i più deboli. Usiamo i letti disponibili per rendere meno iniquo il riordino"

La Polverini? Ha agito contro le province, cioè i più deboli. Ma è in tempo per recuperare: ridistribuisca i posti letto ancora a disposizione per riequilibrare l'offerta ospedaliera. Parola di Giulia Rodano, dell'Italia dei valori e vicepresidente della commissione Sanità alla Regione. Il piano sanitario salva Roma e punisce tutti gli altri. «Le scelte del commissario Polverini non sono state tecniche ma politiche - osserva la Rodano - Ecco perché le proteste contro il piano sono state così vaste e prolungate. Il centrosinistra in cinque anni aveva tagliato 2200 posti letto a Roma, 400 nella provincia di Roma, 180 nelle altre province. Il piano Polverini, in un solo anno, chiude ulteriori 2200 posti nelle province e 600 a Roma. E' una scelta iniqua e sbagliata, una resa incondizionata alle contraddizioni strutturali del sistema e ai poteri forti presenti nella sanità, sia privata che pubblica».
«La Polverini ha fatto una scelta diversa - prosegue Rodano in un comunicato - dettata, come è noto, dalle quattro macroaree: punire le province. Dopo il suo piano, la Asl Rm E avrà un indice posti letto/abitanti pari a 9,95/1000, la Rm F ha 0,83/1000: il decreto prevede che le due asl confluiscano in un'unica macroaerea. Ma i pazienti della Rm F, ovvero di Bracciano, Civitavecchia, Cerveteri non possono raggiungere facilmente le strutture della Rm E. Lo stesso vale nelle altre province: dove andranno i pazienti di Magliano Sabina o di Montefiascone? Viterbo, Rieti e Roma sono lontane: chi risponderà alle loro domande di salute?».
La proposta dell'esponente regionale dell'Idv si muove su un altro piano. «Persino all'interno della logica miope del Patto per la Salute - continua - sarebbe stata possibile, così come è stata possibile in passato, una logica diversa: adeguare le strutture, le sale operatorie, gli ambulatori, e far girare le equipe mediche, cercando di assicurare a tutti i cittadini del Lazio una risposta. Si poteva verificare la qualita' e l'appropriatezza dei servizi e delle prestazioni, dei pubblici e dei privati, e lì intervenire: basti pensare, ad esempio, ai parti cesarei». «Purtroppo - conclude Rodano - si è scelta la via più semplice: tutelare i forti e punirei più deboli, ovvero i cittadini delle province. Tuttavia,continuiamo a chiedere che la Polverini ridiscuta il piano di riordino ospedaliero: ci sono ancora 600 posti letto a disposizione per riequilibrare l'offerta e rendere meno iniqua questa assurda riorganizzazione ospedaliera».

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