martedì 12 ottobre 2010

Il destino del "Marzio Marini" nel documento presentato dalla Polverini

"Giallo" sulle versioni per il piano sanitario: un'indiscrezione di stampa parla di trasformazione in presidio territoriale di prossimità. Come Poggio Mirteto. Eppure i documenti ufficiali dicono altro

Il "Marzio Marini" - nell’originaria formulazione del piano Polverini - è prefigurato come una struttura con 10-15 posti letto. Non per i malati gravi, ma per la cosiddetta degenza infermieristica. Ma - stando a quanto dice di aver potuto visionare ieri l’agenzia di stampa Dire e ripreso da Messaggero Roma da Quotidiano Sanità - sarà un presidio territoriale di prossimità (Ptp) con 10 posti letto e neanche  l’unico della Sabina: pure l’ospedale di Poggio Mirteto dovrà essere un presidio territoriale (ma non si specifica nessun numero di posti letto), al pari del Ptp Salario con 6 posti letto (sempre non per acuti), di quello di Valle del Salto (10 posti letto) e dell’ospedale di Amatrice (4 posti letto). All’interno di queste strutture si svolgerà assistenza medica e infermieristica, attività diagnostiche, specialistica ambulatoriale e al massimo una degenza nelle ventiquattro ore con funzioni di day hospital e day surgery. Tradotto in termini semplici: sarà - sempre secondo queste anticipazioni - una struttura di raccordo tra un pronto soccorso (che però a Magliano sarà cancellato, prima incongruenza)  e un vero e proprio ospedale (che - seconda assurdità - per vocazione territoriale, checché dicano i tecnici regionali, a quel punto sarà fuori regione, in Umbria).
Di certo però c'è che secondo il decreto di riordino della rete ospedaliera, presentato oggi al tavolo ministeriale di verifica del Piano di rientro, 24 piccoli ospedali pubblici di provincia saranno riconvertiti. Tra essi il “Marzio Marini”: diventerà dunque un nosocomio al servizio del territorio, e si occuperà delle esigenze quotidiane del cittadino: dal primo soccorso alla specialistica ambulatoriale. Quelli dell’ospedale di Magliano sono stati considerati - sempre secondo le anticipazioni circolate ieri tra gli organi di informazione - tra i 2.865 i posti letto in eccesso e per questo da riconvertire.
Il piano nella formulazione che invece trovate qui (quella ufficiale diffusa alcuni giorni fa) non parla di Poggio Mirteto e prevedeva, in sintesi: specialistica ambulatoriale, diagnostica di base, ambulatorio del dolore e postazione 118. “Resta la dialisi”, sempre secondo il documento nella stesura originaria. Poi basta. Posti letto ospedalieri: zero. Sarà una struttura che garantirà, oltre alle funzioni core, un punto di primo intervento e degenza infermieristica di 10 – 15 posti letto. Per il resto? Rieti e Civitastellana. Potrà essere attivata una residenza sanitaria assistita (Rsa) o un hospice (strutture orientate ai malati terminali o agli incurabili). Se il secondo non viene ritenuto opportuno per il “Marini”, è considerata da valutare l’opportunità di attivare un nucleo di RSA di 40 posti residenziali più 10 semiresidenziali a forte vocazione riabilitativa e con degenza massima di 180 giorni.
Il “Marini”, dunque, secondo la prima formulazione del decreto chiuderà come ospedale per acuti. Secondo le recenti indiscrezioni chiuderà e diverrà un presidio territoriale di prossimità (Ptp).  Resta ora da capire quale delle due formulazioni è stata consegnata, se sono sovrapponibili e se saranno mai oggetto di trattativa con i tecnici. Frattanto domani tutti a protestare in via XX settembre a Roma, la partenza è alle 8 da Fuori di Porta.

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