lunedì 11 ottobre 2010

La Confsal: "Quanto si risparmia eliminando i posti letto? Zero euro"

Calcolo della Fials, sindacato della sanità: oggi le spese si misurano sulle prestazioni, non sulle degenze. Cimo: gli ospedali di distretto costeranno più dei piccolissimi nosocomi da chiudere

Quanto risparmierà la Regione Lazio tagliando i posti letto? Zero euro. A fare quattro conti nelle tasche della manovra varata è il segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano. Con le soluzioni proposte si sarebbe infatti risparmiato negli anni ottanta - secondo la Fials - quando la sanità si pagava "a ricoveri e posti letto" e c'era chi infilava i malati anche nei ripostigli pur di fare cassa. Oggi, e da anni è così, le prestazioni sanitarie vengono retribuite a "drg" (Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) che si basa sul calcolo del costo standard di produzione.
Tradotto: se un paziente viene sottoposto in poliambulatorio a elettrocardiogramma o a una Tac, la Regione dovrà sborsare gli stessi soldi tanto che il malato sia ricoverato quanto non lo sia. Non cambia niente: i medici e gli infermieri che lo assisteranno saranno gli stessi, la struttura sanitaria offrirà il medesimo servizio. E senza risparmiare nulla. Lo sostiene la Fials, che si accinge a dimostrarlo al convegno "Sanità nel Lazio: una occasione mancata?" a Palazzo Marini a Roma il 18 ottobre. In compenso aumenteranno i disagi per i malati. Una prestazione costa infatti la stessa somma se eseguita in day hospital, in regime di ricovero o in ambulatorio. Neanche il discorso ragioneristico dei ricoveri "lunghi" come fattore di spreco, con il sistema dei "drg", regge alla prova della calcolatrice. Infatti un posto letto non utilizzato non costa nulla alle casse pubbliche, mentre dimezzando il tempo di degenza media l'ospedale (privato e anche quello pubblico) incasserà il doppio. Più rotazione sui letti c'è e, paradossalmente, più aumentano le spese per la Regione Lazio.
«E' necessario eliminare dal piano sanitario gli ospedali di distretto che sono l'equivalente dei presidi territoriali di prossimità, istituiti dagli ex governatori Piero Marrazzo ed Esterino Montino». E' questa invece la tesi di un'altra organizzazione sindacale, quella di medici dirigenti, la Cimo. Queste nuove strutture, previste dal piano sanitario della Polverini, sarebbero più inutili e costose dei piccolissimi ospedali da chiudere, invece ai cittadini del Lazio servono ospedali veri e omogeneamente distribuiti sul territorio.

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