venerdì 8 ottobre 2010

Polverini non riceve i sindaci. Ma risponde a distanza: "Nessun taglio, solo riconversioni che la gente chiede da tempo "

Alcuni primi cittadini cercano di scavalcare i tornelli. "Fermati ed identificati dai carabinieri" denuncia il Pd. Storace: "Teppismo in fascia tricolore"

«Non c'e' alcun taglio di ospedali, ma in questo momento non posso convincerli del contrario. Leggeranno bene il piano e si accorgeranno che i loro ospedali risponderanno di più e meglio alle esigenze dei loro territori». E' quanto ha mandato a dire la Polverini ai sindaci - tra cui quello di Magliano Sabina, Alfredo Graziani - che protestano per la chiusura di reparti o di interi ospedali, come nel caso del "Marzio Marini". Ma la dichiarazione non è stata fatta in loro presenza, quanto piuttosto affidata ai taccuini dei cronisti ben lontano dalla folla. Infatti i contestatori, duecento circa (in rappresentanza di una parte dei 24 comuni coinvolti dai tagli), hanno inscenato un sit-in all'ingresso della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo a Roma, però non sono stati ricevuti dalla commissario di Governo per la Sanità e governatrice della Regione.
 «Stiamo chiedendo - ha detto il sindaco di Monterotondo, Mauro Alessandri - che ascolti i sindaci, che riveda il piano che ha emanato il 30 settembre senza il benché minimo confronto con i territori». E ad Adnkronos ha aggiunto: «Chiediamo di essere ascoltati, di far ritornare la presidente sulle proprie posizioni, sapendo bene che lei ha delle esigenze imposte dal governo nazionale, i tagli alla spesa, razionalizzazioni, pensiamo che si possa fare in maniera molto diversa da come l'ha attuata».
Tra gli slogan dei contestatori: "Cittadini della provincia, cittadini della serie B". Alcuni capigruppo e consiglieri di opposizione del Consiglio, hanno avuto un colloquio con il segretario generale, Salvatore Ronghi.
«L'opposizione fa il suo mestiere» ha chiosato la Polverini. Sempre a debita distanza, a margine di una conferenza stampa della Caritas nella sede della Regione. La sua tesi è che «non ci saranno chiusure o tagli, ma semplicemente una riconversione delle strutture che le loro popolazioni chiedono e non riescono ad ottenere da tanto tempo».  «Il problema non è che il piano di riordino sia di destra o di sinistra. Né che il piano non piaccia all'opposizione, o a moltissimi sindaci del Lazio, a prescindere dal loro colore politico» ha risposto Giulia Rodano, consigliere regionale dell'Idv. «Le scelte del piano sono sbagliate dal punto di vista dei bisogni di salute - ha aggiunto - Il riordino doveva andare nella direzione diametralmente opposta. Occorreva innalzare il livello di assistenza per acuti nelle province e il livello di assistenza distrettuale nella città, ed allo stesso tempo riequilibrare l'offerta di posti letto tra Roma e provincia, obiettivo ostacolato proprio dal criterio delle quattro macroaree imposto dalla Polverini».
I sindaci, con fascia di tricolore addosso, hanno gridato più volte "Fateci entrare". Alcuni hanno battuto ripetutamente le mani sui tornelli, sono arrivati i carabinieri per rafforzare la vigilanza. C'è chi ha scavalcato i tornelli dirigendosi alle scale che in presidenza. Un cordone di militari ha sbarrato loro la strada, alcuni primi cittadini sono stati "identificati".

«Solidarietà a Renata Polverini - ha stigmatizzato in una nota il leader de La Destra, Francesco Storace - Il teppismo in fascia tricolore è vergognoso e impedisce il dialogo. Si sta soffiando irresponsabilmente sul fuoco e costoro si augurino che qualche malintenzionato non segua il loro pessimo esempio». Altra versione dei fatti, sempre affidata ad un comunicato, quella di Carlo Lucherini, ex sindaco di Monterotondo, segretario del Pd della provincia di Roma e consigliere regionale.
«Dieci consiglieri regionali sono entrati per chiedere alla Polverini che ricevesse i sindaci - racconta Lucherini - abbiamo fatto un'ora e mezza di anticamera ma la Polverini non si è vista. A questo punto i sindaci hanno provato ad entrare, ma per tutta risposta la presidente della Regione ha chiamato i carabinieri per impedire l'accesso». Il peggio, sempre secondo l'esponente d'opposizione, è venuto dopo: «I sindaci sono stati identificati uno per uno come se si trattasse di delinquenti. E' un atteggiamento gravissimo di chi non ha la minima conoscenza del suo ruolo: si rifiuta di ricevere i sindaci della sua Regione e li fa respingere dai carabinieri e identificare dalla Questura».

aggiornato alle ore 14:40

1 commento:

  1. LE FOTO DI QUESTA MATTINA IN REGIONE SU

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