venerdì 8 ottobre 2010

La Provincia di Rieti alla Polverini: "Ritirare il piano sanitario". E' estremamente penalizzante

Al termine del consiglio provinciale straordinario al Teatro Manlio di Magliano approvato all'unanimità un documento che pone nove condizioni alla Regione

Ritirare il piano di riordino della rete ospedaliera del Lazio. E' la richiesta che è arrivata all'unanimtà dai 19 consiglieri pronvinciali che hanno partecipato alla affollata seduta straordinaria tenutasi oggi al Teatro Manlio. La proposta dell'ordine del giorno finale è stata firmato da Paolo Bigliocchi, consigliere provinciale delegato alle Politiche sanitarie.
La Provincia di Rieti ha invitato a proposito di piano sanitario «il Commissario ad acta a ritirare lo stesso e ad un confronto reale con le realtà territoriali per la redazione di un documento condiviso. Questo avviene nella piena consapevolezza della necessità di una ristrutturazione della sanità regionale che limiti le perdite economiche strutturali presenti e dando piena disponibilità ad un confronto sereno e produttivo. E' in quella sede che i rappresentanti istituzionali si riservano di presentare le loro proposte».
I consiglieri provinciali non nascondono di ritenere il piano sanitario «estremamente penalizzante per la realtà provinciale». Non tenere conto del contesto nel quale si fanno manovre come questa, dettata da criteri ragioneristici, porta a violare i principi costituzionali che impongono il rispetto di dignità della persona e del bisogno di salute. E così il consiglio della Provincia, guidata da Fabio Melilli, ha presentato nove richieste ed osservazioni alla Polverini. Eccole.

  1. Appare del tutto evidente come la suddivisione in macroaree sia penalizzante per le realtà periferiche con un calcolo degli indici che risulta assolutamente condizionato dalla realtà romana e dalla presenza di grandi complessi ospedalieri e strutture universitarie. Basta osservare la dislocazione delle strutture per comprendere come Roma Nord sia in realtà la depositaria della sanità e come le realtà periferiche sono state depauperate di servizi. Occorre anche ricordare come gli indici della provincia di Rieti siano inferiori a quelli previsti se calcolati in ambito provinciale. Questo fa temere anche per i futuri sviluppi e sulla possibilità  che possibili e necessari investimenti siano di fatto condizionati da questa suddivisione e monopolizzati dall'area romana.
  2. Appare assolutamente poco credibile la declassificazione, detta riconversione, delle strutture ospedaliere che diventano altra cosa e poco più che poliambulatori assistiti da un servizio di emergenza che nel piano sembra diventare strumento di routine per il trattamento delle patologie.
  3. Preoccupa la non contemporaneità tra i tagli previsti e gli investimenti necessari per una qualificazione, anche territoriale, del servizio e si ritiene che il rimandare il tutto a successivi atti aziendali crei i presupposti per un disservizio evidente
  4. Il blocco del turn over e delle assunzioni è altro argomento che preoccupa ritenendo che questo mal si sposi con la necessità di qualità che la sanità dovrebbe garantire ai cittadini. Sempre più nelle nostre strutture si trovano dipendenti con contratti interinali o a termine e questo non permette lo sviluppo di quel lavoro di squadra necessario per elevare i livelli di qualità e non consente l'erogazione di prestazioni nei tempi necessari ai cittadini.
  5. Nella provincia di Rieti  assistiamo  ad una riduzione dei posti letto nell'ospedale de Lellis ed alla “riconversione” delle altre strutture, come si legge, in presidi assolutamente insufficienti a garantire livelli accettabili di assistenza provocando di fatto una migrazione verso Roma Nord o altra regione anche di patologie non altamente specialistiche. Anche la previsione di posti di Rsa appare lontana nel tempo e legata ad una politica di investimenti assente nei documenti presentati.
  6. Il cosiddetto “ospedale distrettuale” appare una struttura assolutamente non legata ai livelli assistenziali e priva di qualunque effetto positivo sulla gestione territoriale delle patologie.
  7. Assolutamente insufficienti e penalizzanti, anche in riferimento agli indici regionali, le scelte fatte per Rsa e Riabilitazione ancora una volta insufficienti nel territorio.
  8. Apprezzabile la scelta di potenziamento dell'assistenza domiciliare ma appare incomprensibile come questa possa avvenire in mancanza di personale tecnico dato il blocco delle assunzioni.
  9. Assolutamente incomprensibile la scelta di riservare circa 300 posti letto nella disponibilità del Commissario.

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