lunedì 18 ottobre 2010

Pronto soccorso per il "Marini". Condizione irrinunciabile per ricominciare

Secco no del Pd all'ipotesi di una Rsa. Di Basilio: "Combatteremo con tutte le nostre forze contro questo obbrobrio che è tutto fuorché un ospedale"

Non è, forse, un problema lessicale. Insomma, di parole. O forse sì, perché quel che conta è la sostanza. Ma uno dei punti cardine per il "Marini" da salvare sembra essere il "pronto soccorso". C'è chi lo chiama "primo soccorso". E' la stessa cosa? Se prendiamo la vicina Asl di Viterbo ci facciamo un'idea: pronto soccorso è quello dove dietro c'è sempre un ospedale, primo soccorso è quello che troviano a Ronciglione o Montefiascone. Sarà un "caso", ma queste strutture non sono più ospedali. «Quello che accade con il riordino - osserva proprio oggi il segretario provinciale
della Federazione del Partito socialista di Rieti, Aldo Benedetto Gregori - è che si chiude il pronto soccorso dell'ospedale di Magliano Sabina, con la conseguente impossibilità di ricovero per acuti. Ne consegue che il cittadino delle zone servite dal nosocomio dovrà sobbarcarsi viaggio, lunghe attese in ospedali provinciali, ricoveri e cure laddove troverà posto (vista la complessiva riduzione dei posti letto in regione)».
Uno dei nodi, dunque, stanno qui. Anzi, inutile nasconderlo: questo è l'abbrivio da cui partire. «Quello che si intende proporre alla Polverini - ha infatti spiegato il sindaco Graziani su "Il Messaggero" di ieri - è mantenere il pronto soccorso e i trenta posti per acuti della medicina. Questo permetterebbe al Marini un'attività degna di un ospedale e non, viceversa, di un poliambulatorio infermieristico». E tanto per far chiarezza, oggi, Francesco Di Basilio, segretario del Pd maglianese, mette i punti sulle "i" sul blog di Magliano Democratica.
«Il Pd di Magliano Sabina lavorerà affinchè vengano restituiti un certo numero di posti per acuti (dai 30 ai 40) all'Ospedale di Magliano nell'ambito di un polo ospedaliero che collabori con l'OGP di Rieti con un PS dotato di medici ospedalieri. Una volta poi riottenuti i posti, questi, secondo noi, dovrebbero essere specializzati in una, massimo due branche (la struttura che prendiamo ad esempio è quella di Narni in cui esistono solo due specialità ginecologia ed ortopedia) che nel caso di Magliano potrebbero essere visti i dati Ortopedia ed Oculistica. Insomma pensiamo ad un piccolo ospedale efficiente con un PS con medici ospedalieri, due branche specialistiche per le degenze, pochi posti letto di osservazione breve, Day Surgery e DH». E se ci offrissero una residenza assistenziale assistita (Rsa)? «Se poi qualcuno ci verrà a propinare ospedali da 8-10 posti letto con RSA come una vittoria (come purtroppo a Magliano qualcuno stà già facendo) si sappia che noi combatteremo con tutte le nostre forze contro questo obbrobrio che è tutto fuorché un ospedale. Ospedali da 8-10 posti letto non servono a niente servono solo alla politica e non ai cittadini. Noi combatteremo e saremmo disposti a trattare solo per un ospedale vero».
Frattanto una parola in difesa del "Marzio Marini" arriva addirittura dalla Ciociaria.
«Per risanare la situazione laziale - ha detto il responsabile del settore sanità del gruppo provinciale  di Sinistra Ecologia e Libertà di Frosinone, Lusia Grossi - fortemente compromessa dall'extra-deficit lasciato nel 2005 dalla giunta Storace non si è pensato ad un piano di riordino del sistema sanitario che prevedesse lo sviluppo di una rete territoriale di assistenza e di cure fatto di poli ospedalieri centrali e di strutture riconvertite, bensì si è preferito procedere con una soluzione di drastico taglio che vede non solo la chiusura di 7 ospedali nella provincia di Fr, ma anche la chiusura di ospedali come quello di Magliano Sabina, realtà ospedaliera che oltre a servire 23 comuni, è stata da poco ristrutturata per una cifra di 6 milioni di euro.

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