sabato 23 ottobre 2010

Mille fiammelle in difesa "Marini". Il nome Polverini a ricordo imperituro della chiusura dell'ospedale

Magliano veglia sull'ospedale della Sabina e dell'Autostrada del Sole. Un nosocomio al quale, se ciò avverrà, resterà indelebilmente legato il nome della presidente della Regione Lazio. Se verrà chiuso accanto alla lapide che ricorda la donazione di "Marzio Marini", all'ospedale vecchio, ne verrà apposta un'altra a ricordo di colei che ne avrà voluta la chiusura: Renata Polverini. Più di mille fiaccole hanno attraversato Magliano, ieri sera, in difesa dell'ospedale. Un nosocomio che la Polverini sta chiudendo. Senza ragioni "politiche", ma solo sulla base di calcoli matematici.
Roma ne beneficierà, la governatrice del Lazio si ritrova 300 letti in più nel portafoglio da ridistribuire, il territorio a nord della regione resterà devastato. Niente più pronto soccorso ad un'uscita dell'Autosole da Fiano fino all'Umbria, niente più assistenza per i residenti della Sabina, dei confinanti centri umbri e anche del civitonico, visto che da quella Asl venivano al pronto soccordo di Magliano Sabina. "Dopo la chiusura autostrada meno sicura", ricordava uno striscione. La popolazione sarà costretta a rivolgersi a Terni - senza nessun risparmio per il Lazio - o ad attraversare montagne per raggiungere Rieti o cercare disperatamente un letto nella bolgia degli ospedali romani, dove spesso sei solo un numero di campanello.  Ciò nonostante, quasi con testardaggine, Magliano è condannata.
Ieri sera c'erano per le vie del centro e lungo la strada che conduce al pronto soccorso il sindaco, Alfredo Graziani, il cnsigliere regionale Mario Perilli e il vice presidente della Provincia, Oreste Pastorelli. Ma soprattutto c'erano oltre mille maglianesi, con le torce accese. Uno spettacolo mai visto (foto sopra di Andrea Ballanti), al quale speravamo di non aver mai dovuto assistere. Ed invece le scelte di Renata Polverini, inutile nasconderlo, hanno spinto una comunità ad un passo dalla disperazione. Partita da piazza Garibaldi, la marcia si è fermata in piazza Principessa di Piemonte davanti alla lapide che ricorda qualcosa ben al di là della questione contingente: Marzio Marini lasciò l'ospedale ai maglianesi per la cura della salute, ponendo la condizione che essi non venissero mai venduti. Quel che non dice è che di recente anche un altro Marini ha fatto un lascito alla Asl, sempre per le stesse ragioni. Chiudere tutto ciò significa violare una volontà testamentaria.
La sosta è stata anche l'occasione dei discorsi: non demordere e manifestare contro il piano regionale della Sanità. Quindi la fiaccolata è proseguita, fino in località Filoni, al pronto soccorso dove si è tenuto il sit-in di protesta. Il Tgr Lazio trasmetterà il servizio sulla manifestazione nell'edizione delle 14 di oggi.

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